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Visita Brisighella

Brisighella Panorama

Brisighella

Il borgo è addossato a una rupe gessosa e sovrastato da tre scogli di selenite sui quali si ergono la Rocca, la torre dell’Orologio e il Santuario del Monticino.
Sul lato opposto era difeso da due linee concentriche di mura ancora percepibili nelle abitazioni che le hanno inglobate. All’interno della parte storica, l’atmosfera medievale è conservata nel saliscendi di strade e viuzze, negli edifici maestosi come nelle case basse e arroccate, nei vicoli in ombra, negli angoli nascosti, nelle piazze e nei cortili animati nei giorni di festa e di mercato.

Il cuore del borgo, magico nella quiete notturna, è piazza Marconi, sulla quale si affacciano palazzo Maghinardo, sede del municipio, e l’originalissima via del Borgo, detta anche via degli Asini. Si tratta di una strada sopraelevata, coperta, illuminata da archi a forma di mezzaluna di differente ampiezza, unica al mondo. Nata nei secoli XII e XIII come baluardo di difesa, in seguito fu utilizzata dai birocciai che abitavano nei locali sovrastanti per il trasporto del gesso a dorso d’asino dalle cave poste nella valle circostante. Questi lavoratori avevano i “cameroni”, cioè le stalle per le bestie, di fronte agli archi, mentre le loro abitazioni erano poste nel piano superiore. I carri da trasporto (birocci) erano collocati invece nella piazza sottostante.

Sovrasta il borgo la torre dell’Orologio, che fu il primo baluardo di difesa, risalente al 1290. Ricostruita nel 1548, venne danneggiata più volte e ridimensionata nella forma attuale nel 1850.

Nel vicinissimo scoglio di selenite si erge la rocca manfrediana, sorta per il controllo della valle del Lamone. Il complesso di questa fortezza si compone del cosiddetto Torrione veneziano (inizi secolo XVI) e del trecentesco Torricino, edificato dai Manfredi di Faenza. Oggi, riportata a nuovo splendore, la Rocca costituisce un pregevole esempio dell’arte militare del Medioevo. Attualmente è sede del Museo della Civiltà Contadina. Dagli spalti della fortezza si ammira un bellissimo paesaggio, così come dal santuario del Monticino, risalente al XVIII secolo, posto sul terzo colle, un tempo noto come Calvario. Da lì, la vista spazia sul borgo sottostante e sull’intera valle, fino ai confini con la Toscana.

All’interno dell’abitato, appena fuori dell’antica linea delle mura, si trova la collegiata dedicata a San Michele Arcangelo e ultimata nel 1697. La facciata, modificata di recente, è impreziosita da un portale in bronzo, opera dello scultore Angelo Biancini. All’interno si possono ammirare il crocifisso scolpito in legno d’olivo del secolo XVI e l’altare in scagliola policroma di gusto neo-barocco dedicato alla Madonna delle Grazie, rappresentata in una tavola lignea del XV secolo. La collegiata conserva anche una magnifica Adorazione dei Magi, tavola dagli squillanti colori del pittore forlivese Marco Palmezzano (secolo XVI) proveniente dall’antica Pieve di Rontana.

Al limitare dell’abitato, lungo la strada che porta a Firenze, sorge la chiesa dell’Osservanza, eretta nel 1525 in nome di Santa Maria degli Angeli. All’interno sono conservate ceramiche di validi artisti e una Pietà del brisighellese Giuseppe Rosetti, detto il Mutino (1864-1939). La chiesa è ricca di stucchi del 1634 e sopra l’altare maggiore esibisce una bella tavola del Palmezzano. Proseguendo lungo la strada per Firenze, troviamo, poco fuori il paese, la pieve del Tho. Le sue origini sono comprese tra VIII e X secolo. È dedicata a San Giovanni Battista ed è detta in Ottavo, o più brevemente del Tho, perché collocata all’ottavo miglio della strada romana che congiungeva Faenza con la Toscana. È un affascinante edificio in stile romanico, a pianta basilicale, a tre navate, divise da archi che poggiano sopra undici colonne di marmo grigio e una di marmo di Verona, molto diverse fra loro come spessore e larghezza (forse di materiale di reimpiego di un preesistente tempio dedicato al dio Giove Ammone). Un miliare romano, un paliotto in arenaria del secolo VIII, affreschi che vanno dal XIV al XVI secolo, un capitello corinzio (acquasantiera) del primo secolo d.C. testimoniano la complessa storia di questo importante luogo di culto.

Galleria 
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