Visita atzara
atzara
Ci sono almeno tre motivi per arrivare sin qui. Il primo è l’antico tessuto urbano di origine aragonese che ancora caratterizza i rioni del centro storico, dove sono presenti piccole abitazioni in granito.
Il secondo, legato al primo, è che l’uso dei conci in granito e trachite accomuna le architetture non solo delle abitazioni del centro, ma anche delle chiese e delle strutture megalitiche come il nuraghe Abbagadda.
Questi materiali esaltano la bellezza di finestre e balconi, come si nota passeggiando per i rioni dai nomi sardi, come Su Fruscu e Sa Montiga ‘e Josso, i più antichi.
Il terzo motivo è l’aura artistica che, in un intreccio di pittura, arte tessile e arte vitivinicola, accende l’interesse su Atzara.
Più di un secolo fa, in questo paese dimenticato in fondo alla Barbagia arrivarono pittori spagnoli che a Roma si erano imbattuti, in occasione del Giubileo del 1900, nei bellissimi costumi femminili e maschili della delegazione di Atzara.
Oggi sono conservate nel Museo Antonio Ortiz Echagüe le opere, un centinaio, riconducibili alla scuola spagnola del costumbrismo (da costumbre, «costume») e ai suoi seguaci sardi interessati al folklore locale.