Acquasparta è il Rinascimento umbro, è la storia che parla con mille voci perdute: quelle romane delle vicine rovine di Carsulae; quelle delle Terre Arnolfe, antico feudo autonomo dentro lo Stato della chiesa; quelle romaniche di San Giovanni de Butris, quelle francescane del grazioso portico dietro l’abside della chiesa di San Francesco.
La cittadina, attraversata dall’antica via Flaminia, conserva dentro la cerchia muraria il suo cuore medievale, ma l’impronta che più la connota è il Rinascimento rappresentato dalle architetture di palazzo Cesi, intorno al quale si snoda tutto il percorso urbano, e della chiesa di Santa Cecilia, in cui si trovano le tombe dell’illustre famiglia.
Il palazzo fu sede dell’Accademia dei Lincei voluta da Federico II Cesi, una delle più antiche accademie scientifiche del mondo.
La natura che quegli studiosi indagavano, si faceva bella appena oltre la “Porta Vecchia” della cinta muraria che racchiude il borgo: dolci colline coperte di ulivi, faggi, castagni, e anche vigne, dai colori sempre diversi a seconda delle stagioni.
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