Nonostante i segni esteriori della modernità, qui il mondo sembra ancora girare come una ruota lentissima. “Una città – scrive Italo Calvino – può passare attraverso catastrofi e medioevi, vedere stirpi diverse succedersi nelle sue case, vedere cambiare le sue case pietra per pietra, ma deve al momento giusto, sotto forme diverse, ritrovare i suoi dei”.
Gli dei di Bova sono greci e sono stati portati, secondo tradizione, da una regina armena, proveniente dal misterioso oriente conteso da Alessandro Magno e dai persiani, una regina che immaginiamo con gli zigomi alti, splendente e barbarica, che qui trovò il luogo ideale per far pascolare i suoi buoi.
L’antica grecità si è conservata e rinnovata all’arrivo dei bizantini, sopravvivendo poi per molti secoli alla latinità imperante.
I riti, la lingua, le tradizioni e soprattutto un raro senso dell’ospitalità ricordano la radice greca.
Chi arriva a Bova è accolto in modo semplice e spontaneo da una comunità che non ha smarrito la memoria del suo passato, tanto che i nomi delle strade sono scritti anche in grecanico.
I piccoli vicoli che all’improvviso spalancano spazi aperti, la piazza assolata che sembra disegnata da De Chirico, le case disabitate dove il paesaggio penetra nelle stanze vuote: Bova è un ambiente fatto di luce e silenzio che invita alla calma e alla riflessione.
- Una notte in camera standard doppia/matrimoniale con prima colazione
- Aperitivo di benvenuto
- Trasporti
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