I gemelli che circondano e proteggono il pianoro di Campli si chiamano Monte Girella e Monte Foltrone. Per la gente del posto, Montagna dei Fiori e Montagna di Campli.
I fiumi che ne segnano il territorio sono il Siccagno e il Fiumicino, e tutt’intorno si sviluppa il Parco Nazionale del Gran Sasso, uno dei più estesi d’Italia con una biodiversità tra le più ricche d’Europa.
Di origine antichissima, Campli mostra ancora oggi nel suo tessuto architettonico, la sua passata grandezza. A testimonianza di ciò, vi sono innumerevoli monumenti ed edifici capaci di suscitare stupore per la loro bellezza ed autenticità. Le sue viuzze e le sue mura sono un unico grande scrigno colmo di storia e di tesori d’arte.
Il fulcro della vita cittadina è rappresentato da Piazza Vittorio Emanuele II dove si affacciano i monumenti più imponenti: il Palazzo del Parlamento (XIV) – uno degli edifici civici abruzzesi più antichi, ampliato nel XVI sec. con un terzo piano dove venne aperto il primo teatro stabile d’Abruzzo – e la Cattedrale di Santa Maria in Platea, eretta sopra una piccola chiesa più antica, oggi Cripta (XII sec.).
Nel 1772 Campli ottenne il privilegio di erigere il Santuario della Scala Santa, uno dei luoghi di culto più interessanti del Centro Italia.
Il simbolo della vita cittadina resta il palazzo del Parlamento, detto palazzo Farnese, oggi sede del Municipio, l’edificio civico più antico d’Abruzzo, che risale alla fine dell’XIII secolo, quando Campli era governata da un piccolo parlamento. Di qui l’esigenza di un palazzo civico che ben rappresentasse, da un punto di vista architettonico, la ricchezza e la potenza del luogo. Tra gli attacchi subiti dai nemici e i numerosi eventi sismici, palazzo Farnese nel corso degli anni ha avuto profonde trasformazioni: la prima nel Cinquecento, l’ultima è il restauro del 1888. Lo stile prevalente è il gotico; la facciata è abbellita da un porticato a sette archi a tutto sesto.
Campli, sotto il controllo dei Farnese, divenne luogo d’incontro di artisti provenienti da scuole di maestri come Giotto e Raffaello, come mostrano gli affreschi e i dipinti che impreziosiscono la cattedrale di Santa Maria in Platea, edificata nel 1395 sui resti di un’antica costruzione.
La cripta del XII secolo offre un magnifico ciclo di affreschi di scuola giottesca della prima metà del Trecento. Di notevole interesse sono anche gli altari, tra cui quello del Sacramento realizzato in fine pietra da Sebastiano da Como (1532). Nella cappella di Sant’Andrea Apostolo si conservano la tela della Madonna con Bambino e Santi di Giovan Battista Ragazzini (1557) e una copia della Visitazione: l’originale di Raffaello è esposto al museo del Prado di Madrid. Il fastoso soffitto in tavole lignee dipinto dal chietino Donato Teodoro è della prima metà del Settecento.
Durante il periodo in cui Campli fu sede vescovile, il 21 gennaio 1772, grazie a un Privilegio Pontificio di Clemente XIV, venne istituita la Scala Santa, che nella tradizione cristiana rappresenta la scala salita da Gesù per raggiungere l’aula dove avrebbe subito l’interrogatorio di Ponzio Pilato prima di essere crocifisso. L’edificio sacro è costituito da 28 gradini da salire in ginocchio, per ottenere la remissione dai peccati. Coloro che effettuano il rito a Campli, ricevono l’Indulgenza Plenaria con lo stesso valore dell’omonima Scala di Roma. Ma il santuario, al di là del valore religioso, è impreziosito dalle tele e dagli affreschi del teramano Vincenzo Baldati. Lungo la scala di ascesa, i dipinti consentono al penitente di ripercorrere, metaforicamente, la Passione, la Morte e la Resurrezione di Cristo, mentre lungo la scala di discesa i colori sono più vivi, a voler indicare simbolicamente la purificazione del fedele in seguito all’Indulgenza ricevuta.
Una visita a Campli non può non comprendere anche una passeggiata nei sobborghi medioevali di Castelnuovo, dove si può ammirare la maestosa Porta Angioina, rarissimo esempio di architettura militare di difesa del XIII sec., e in quello di Nocella con la Torre del Melatino.
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