Cosa c’è di più piacevole del prendere un caffè sotto i portici di piazza Duomo, appena restaurata, salutare la testina apotropaica che ammicca da un capitello, infilarsi nelle stradine acciottolate del borgo, sfiorare le vecchie case e quindi – prima di finire abbracciati sul Ponte Gobbo – immergersi nelle meraviglie romane, longobarde e carolingie del museo dell’abbazia?
Già, l’abbazia di Bobbio, la Montecassino del nord: Umberto Eco per “Il nome della rosa” si è ispirato al suo antico scriptorium, meraviglioso libro aperto (e poi chiuso: troppo sapere fa male) sui testi dell’antichità.A Bobbio cerchiamo il nostro segno zodiacale nel mosaico romanico dell’abbazia; le nostre metamorfosi in leoni, cavalieri e sirene, sulle superfici sensibili dell’avorio della teca romana; la scrittura delle nostre vite nei codici miniati di San Colombano che, oltre alla fede, portò l’istinto nomade del pellegrino, rievocando senza volerlo le radici celtiche di questi luoghi, ancora presenti nella musica. Una cosa è certa, il monaco venuto dall’Irlanda un miracolo l’ha fatto: ha creato Bobbio.
- 1 notte in camera standard doppia/matrimoniale con prima colazione
- Aperitivo di benvenuto
- Trasporti
- Tutto ciò che non è compreso alla voce "servizi inclusi"