Difficile descrivere in poche righe il fascino di Erice. Il monte su cui sorge è stato, in tempi remoti, sede del culto di una dea della fecondità, adorata col nome di Astarte dai Fenici, che vi costruirono un tempio. Afrodite per i Greci, la dea che dal monte Eryx – punto di riferimento per i naviganti – proteggeva chi andava per mare, era per i Romani la Venere Ericina, deputata anche all’amore. La notte, un grande fuoco acceso nell’area sacra fungeva da faro. Ciò che resta oggi dell’antico castello di Venere è opera dei Normanni (XII-XIII secolo) che per la sua costruzione reimpiegarono probabilmente il materiale proveniente dal tempio della Venere Ericina. Il castello era recintato da torri collegate fra loro da due cortine merlate e da un ponte levatoio. Accanto alle torri si trova il Balio, bellissimo giardino all’inglese da dove si gode un panorama che comprende da una parte la costa tirrenica del golfo di Trapani, dalla particolare forma a falce, e il monte Cofano, dietro il quale si intravede la punta di San Vito lo Capo; dall’altra parte il porto di Trapani con le sue saline, le isole Egadi e l’isola di Mozia fino a Mazara del Vallo. Nelle giornate più luminose si scorgono Capo Bon e la costa africana, e i Fenici sembrano ancora vicini.
Incrocio di culture, Erice ospita, poco sotto le tre torri del castello, nella torretta fatta costruire nel 1873 dallo studioso e mecenate conte Agostino Pepoli come rifugio silenzioso per le sue meditazioni, l’Osservatorio permanente di Pace. Erice è dunque tornata ad essere «Faro del Mediterraneo» riscoprendo la sua antica vocazione di bussola per i naviganti.
Merita infine un cenno il Quartiere Spagnolo, sorto nel XVII secolo, quando con la dominazione spagnola in Sicilia vigeva l’obbligo per tutte le città di offrire gratuitamente vitto e alloggio ai soldati della guarnigione. Gli abitanti di Erice ottennero dal governo del viceré di costruire a proprie spese un fortino, dietro la chiesa di Sant’Antonio, in cui ospitare i militari. I lavori per la costruzione del Quartiere Spagnolo furono interrotti nel 1632 e mai più ripresi. I soldati spagnoli furono accolti nel castello normanno.
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