Un paesaggio di quiete agreste, un espandersi delle attività e delle costruzioni che non ha deturpato la serena bellezza del centro storico: ecco Cordovado.
Tra il Tagliamento e il Livenza, c’è questo piccolo angolo di pianura friulana che non rinnega la sua storia, che insegue – ancora – le belle acque correnti, i profumi e i colori della campagna, i tranquilli orizzonti della prateria, modificati solo in parte dalla modernità.
Spariti i fuochi epifanici dei celti – i fuochi fatui che apparivano nei cimiteri o nelle paludi -, disperso il massariol – il rosso folletto delle stalle e dei fienili -, trasformato il borgo-castello, rimane un’idea di paesaggio che rimanda alle Confessioni di un italiano di Ippolito Nievo, dov’è citata la Fontana di Venchiaredo.
Una campagna ottocentesca come quella vista da Angelo Menegazzi dai finestrini di uno dei primi treni che l’attraversavano: disseminata di casali e borghi, coperta di vigneti e biondeggiante di spighe, “tra un serpeggiare di canali e di acque correnti, che sfuma via via a perdita d’occhio sino a dileguarsi interamente nei vapori delle prossime lagune”.
- Una notte in camera standard doppia/matrimoniale con prima colazione
- Degustazione di un dolce alla grappa
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