Ingresso al museo di Sutera
ll museo etnoantropologico di Sutera, trasferito nei locali del "Museo degli Ori e degli Argenti e Paramenti Sacri" è fruibile al pubblico.
Inaugurato il 3 marzo 2013 nasce dalla collaborazione entusiasta di studenti e professori, genitori, artigiani, cittadini che si adoperano ogni giorno per accrescere e valorizzare un patrimonio che trova nel contadino e nella casalinga le figure di riferimento, ma che non dimentica la presenza degli artigiani, dei burgisi (contadini benestanti), di qualche professionista (medico, farmacista, avvocato, maestro, veterinario, ecc.) che, se anche poco numerosa, diversifica il tessuto sociale del paese.
Pertanto, il museo non ospita solo gli attrezzi del pastore o del contadino, ma anche quelli del fabbro di fine Ottocento, le falegnamerie degli anni Trenta, il canalaro ed il muratore, il conciabrocche ed il calzolaio, con attrezzi tramandati per svariate generazioni, alcuni dei quali risalenti anche al Settecento.
Il Museo curato in prima persona da Mario Tona, insegnante di lettere alla scuola media di Sutera, raccoglie anche i manifesti e i depliant dei concerti che ad inizio Novecento teneva l'unico compositore musicista del paese, i manifesti che accompagnano gli emigranti nel cammino verso le Americhe (primo Novecento) e poi verso il Nord Italia o l'Europa (anni sessanta). Notevole è la raccolta di un centinaio di stampe religiose di grande e medie proporzioni, che nell'Otto e Novecento le famiglie appendevano in cucina o nella camera da letto.
Il museo ha ricostruito una cameretta da letto di fine Ottocento con tanto di "naca" (culla di stoffa sospesa sopra il letto matrimoniale) e culla in ferro battuto del 1880, guardaroba ad incastro praticamente senza chiodi; c'è inoltre una stanza con gli attrezzi della pasta e della panificazione, ed un'altra con documenti, diplomi e propaganda del periodo fascista (compresa una divisa da ragazzo balilla).
Pubblicità e prodotti di tutto l'arco del Novecento testimoniano l'avanzata del "progresso" in parallelo con il graduale innalzamento del tenore di vita.
Infine una sezione è dedicata all'abbigliamento, dalla biancheria intima alle camicie fatte a mano, calzoni alla zuava, abiti da cerimonia varie, dal battesimo al matrimonio.
Il museo, nell'ottobre del 2003, è stato oggetto di tutela da parte dell'assessorato dei beni culturali ed ambientali e della pubblica istruzione della Regione Siciliana, ritenendo la raccolta etnografica, composta da n. 334 oggetti di cultura materiale, documenti e strumenti di lavoro, nonché 9 stampe popolari a carattere religioso, caratteristiche della cultura contadina e dei mestieri tradizionali, di interesse etno-antropologico particolarmente importante.
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