L’antico Vicus Martis dipana la sua storia di gioie e tribolazioni che parte dalle memorie del sottosuolo, con i ruderi romani e le catacombe cristiane, e arriva a un nuovo ammasso di rovine con il terremoto del 1997.
Ma alla distruzione è seguita la resurrezione, e oggi il borgo si presenta compatto dentro le vecchie mura castellane, con il suo dedalo di vicoli, le chiese romaniche, rinascimentali e barocche, e i palazzi in bella mostra carichi anch’essi della gloria dei secoli.
Con questa sua nuova pelle, Massa Martana torna a farsi avvolgere dal suo manto boscoso di lecci e pini d’Aleppo, costruita com’è sui fianchi dolci dei monti Martani, quasi al centro dell’Umbria, lungo il tracciato dell’antica via Flaminia.
Quando sul crudo azzurro dei monti cala la sera, e si accendono le prime lanterne nel borgo, ne deriva un senso di pace e, insieme, una domanda: a quale pagina della storia siamo arrivati?
È di grande interesse naturalistico la zona in cui è inserito il borgo, alle falde dei Monti Martani.
Si tratta di alture non elevate, ma che riservano seducenti sorprese.
Ad esempio, l’esistenza sulle pendici dei Monti Martani di una delle più grandi foreste di lecci d’Europa.
Nei boschi si incontrano altre specie quali il corbezzolo, l’erica, il pino d’Aleppo, l’olivastro, mentre i pascoli in primavera offrono mirabili fioriture, dalle primule alle genziane.
I Monti Martani sono dotati di un’ottima rete escursionistica.
Da non dimenticare, in conclusione, l’acqua minerale San Faustino, con le omonime Terme, dove si possono alleviare i pesi accumulati dall’organismo.
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